Liceo linguistico Marconi di Parma: dagli inizi di Con la Scuola alla sfida del lockdown. Storia di un Consiglio di classe.

L’intero Cdc dell’attuale 2M del Guglielmo Marconi di Parma, si racconta in un’intervista online: coesione tra colleghi, il supporto di Con la Scuola e una condivisa attitudine alla sperimentazione.

Il Liceo linguistico Marconi di Parma è stato tra i primi ad aderire al progetto formativo Con la Scuola, sostenuto da Snam in collaborazione con LUISS Business School. Correva l’anno scolastico 2018/2019 e si avviava un patto di collaborazione ancora oggi molto stretto.

A raccontarci tutta la strada fatta dal Consiglio di classe dell’allora 1M EsaBac Plus del Liceo linguistico Marconi di Parma, sono proprio i docenti del Cdc, con le loro diverse storie, angolazioni e punti di vista. Ma con un evidente senso comune della ricerca didattica, della collaborazione e disponibilità verso i principali soggetti beneficiari di una positiva vita scolastica: le studentesse e gli studenti. 

Il Liceo linguistico Marconi di Parma e l’adesione a Con la Scuola

«Abbiamo iniziato la formazione ad aprile del 2019». La prima a raccontarsi è la prof.ssa Silvia Rizzi, docente di lingua e cultura inglese: «la nostra Dirigente ha contattato me e Tatiana Giuffredi, la collega di lettere, proponendoci questa formazione a Milano con la LUISS Business School. Siamo state contattate perché entrambe avevamo manifestato dell’interesse per la formazione, l’apertura anche a nuove metodologie didattiche. Io avevo viaggiato in diverse stati nel nord Europa per conoscere i sistemi scolastici. Tatiana aveva fatto due o tre mesi in Francia per il corso EsaBac. Insieme avevamo proposto al collegio docenti ‒ basandoci sulle innovazioni delle avanguardie didattiche su Indire ‒ la compartizione oraria, che poi però non aveva avuto approvazione».

La sezione M del Liceo linguistico Marconi di Parma è doppiamente sperimentale. Con l’EsaBac Plus unisce al programma di studi tradizionale italiano – che porta all’esame di Stato – il baccalauréat, tipico delle scuole francesi. E grazie alla sua adesione a Con la Scuola, ha aggiunto al proprio percorso didattico quinquennale la dicitura Didattica per Competenze Con la Scuola: una dichiarazione di intenti ben precisa. Del resto la collaborazione con il progetto formativo voluto da Snam, come anticipato, ha avuto inizio al tempo in cui, nella sua primissima proposta alle scuole, portava ancora il nome Fare Scuola. Di quegli inizi riprende a parlare la prof.ssa Silvia Rizzi.

Siamo tornate entusiaste

«Siamo tornate da Milano davvero entusiaste di questo progetto. A settembre dell’anno scolastico successivo (2019/2020 ndr) è stato proposto alle colleghe. Abbiamo avuto la fortuna di fare, nei primi mesi fino a gennaio (prima del lockdown), tutta la formazione in presenza con il coach, che ci ha guidato soprattutto nel gestire le riunioni tra di noi, trovare dei tempi più efficaci, modalità di ascolto reciproco più efficaci. L’aspetto innovativo era che la formazione fosse dichiaratamente dedicata al Consiglio di classe (sul tema specifico si può leggere questo approfondimento). 

«A fine gennaio 2020 abbiamo fatto la restituzione, in un meeting a livello nazionale, condotto da Francesca Traclò (responsabile scientifico di Con la Scuola) e tutto lo staff, presentando in aula a scuola il nostro powerpoint su questa piattaforma che ci era stata data e ai tempi non immaginavamo che poi sarebbe diventata una modalità di condivisione. Con Giulia (la prof.ssa di Spagnolo Giulia Mazzadi, la sentiremo più avanti) avevamo cercato di tirare le fila insieme per preparare questo power point, lo avevamo sottoposto alle colleghe. Quindi, diciamo che erano stati mesi per usare una metafora sportiva, di allenamento. Un affiatamento che è andato via via rafforzandosi, sviluppandosi. E questa è stata la nostra forza nel lockdown: l’unione creatasi tra di noi». 

Abbiamo avuto la fortuna di fare, nei primi mesi fino a gennaio (prima del lockdown), tutta la formazione in presenza con il coach, che ci ha guidato soprattutto nel gestire le riunioni tra di noi, trovare dei tempi più efficaci, modalità di ascolto reciproco più efficaci.

L’attività di coaching di Con la Scuola, tra team building e didattica laboratoriale

Si aggancia al tema del coaching in presenza, e il valore riportato nell’attività day by day, anche la prof.ssa di lingua e cultura Francese Giovanna Valenti. «Ho aderito al progetto perché insegnando francese nel percorso EsaBac, ho sempre avuto grande attenzione all’innovazione metodologica, a partire dalle classi terze, come vuole il metodo francese. L’attività formativa con il coach ha sicuramente valorizzato l’aspetto del lavoro in team, e credo che il valore, quando cioè mi chiedono Cos’hai imparato con questa formazione? Cos’è cambiato? io rispondo: sicuramente il fatto di lavorare insieme, di essere un gruppo noi docenti. Questo è molto importante.

«Eravamo un gruppo già prima, ma forse adesso c’è una maggiore consapevolezza, e una grande attenzione alla dinamica della classe, agli studenti. Riflettiamo sicuramente molto di più a livello teorico. C’è una riflessione costante sulla metodologia. Il fatto di rendere le lezioni molto più laboratoriali, soprattutto in questo periodo di didattica a distanza o mista è un risultato importante. Io, poi credo di non saper ancora gestire bene la dad, e questo aspetto vorrei svilupparlo in modo particolare». 

A come progettare attività coinvolgenti, e a come poter valutare a distanza le studentesse e gli studenti, i formatori di Con la Scuola (Francesca Traclò, Chimera Poppi, Ottavio Romano e Paolo Vidali) hanno dedicato webinar gratuiti e materiali didattici, sempre liberamente consultabili sul sito www.conlascuola.com.

Il ruolo e la coesione del Consiglio di classe

Giulia Mazzadi era stata chiamata in causa in precedenza e adesso interviene per raccontarci, dal suo punto di vista, l’inclusione in un Consiglio di classe già molto coeso e molto attivo al suo arrivo come docente del Liceo linguistico Marconi di Parma. 

«Io mi sono trovata a partecipare a questo progetto all’inizio dell’anno scolastico 2019/2020 perché l’anno prima ero in un’altra scuola. Appena ho avuto il trasferimento, al primo collegio dei docenti mi è stato presentato il progetto da Silvia e Tatiana, che avevano seguito la formazione ad aprile 2019. Anche se all’inizio tante cose mi erano ancora poco chiare, ho capito questo sarebbe stato un Consiglio di classe molto positivo, con cui lavorare bene. Questa intesa tra tutti i componenti del Consiglio di classe è stata, secondo me, evidente, fin dai primi incontri di formazione. A settembre 2019, abbiamo avuto due giornate intere di incontri con la LUISS qui a Parma e ci siamo rafforzati ancora di più come gruppo di lavoro». 

Solo ora, a metà di questo meeting tenutosi rigorosamente online, sentiamo la voce di Tatiana Giuffredi, professoressa di Lettere, Latino, Storia e Geografia. Aveva avuto dei problemi tecnici, con l’audio e avevamo atteso si risolvessero. Qualcosa a qui ormai ci stiamo abituando. Le colleghe l’avevano evocata spesso, e appena inizia a parlare si capisce che è un punto di riferimento importante del Consiglio di classe della 2M. 

«Come colleghi veniamo da un percorso di collaborazione di circa dieci anni» esordisce. «Da sempre abbiamo dato precedenza ai ragazzi, al loro stare bene, e al loro apprendimento. Insegnando lingue, siamo sempre stati attenti all’apprendimento per competenze. Per quanto mi riguarda il percorso con Con la Scuola ha aggiunto consepevolezza rispetto a queste nostre specificità di Consiglio di classe, di gruppo, di docenti. 

Un progetto che ha permesso di riconoscerci

«Grazie a Con la Scuola ci siamo sentiti dire, in modo ordinato e teoricamente ineccepibile, elementi che noi abbiamo riconosciuto già di avere, ma di cui nessuno ci aveva mai dato merito, in maniera evidente. Di cui non eravamo del tutto consapevoli, o che non riuscivamo a nominare in maniera così esplicita. Questo percorso, mettendo al centro gli stessi elementi valoriali che noi avevamo già scelto, ci ha permesso di riconoscerci, e quindi ci ha permesso di vedere quello che eravamo già, dandoci delle prospettive ulteriori. 

«L’elemento di vera novità di questo progetto è stato proprio il lavoro in team. Se è vero che buona parte di noi lavorava già insieme, ci siamo costruite meglio come gruppo grazie a Con la Scuola. Un aspetto che invece è rimasto in sospeso, a causa del lockdown, è quella specificità della didattica per competenze che sono i compiti di realtà, le prove autentiche. Tutta quella serie di operatività maggiormente legate alle competenze, che qualcuno di noi è riuscito a realizzare, ma in piccolo, solo nell’ambito della propria materia, e che noi sapevamo di poter realizzare in forma di Consiglio di classe; ma che per ben due volte è stata tranciata dalla Dad. 

«Chiaramente entrano in gioco tante difficoltà, tante componenti per cui intraprendere un cambiamento nel cambiamento diventa veramente difficile. Rimane comunque una grande sfida che speriamo di riuscire a realizzare: quella di creare delle attività autentiche da svolgere in maniera interdisciplinare e multidisciplinare». 

Rimane comunque una grande sfida che speriamo di riuscire a realizzare: quella di creare delle attività autentiche da svolgere in maniera interdisciplinare e multidisciplinare.

Il Liceo linguistico Marconi di Parma alla prova del lockdown: dallo smarrimento iniziale all’organizzazione

«Per quel che mi riguarda, il lockdown di marzo (2020 ndr) ha provocato uno smarrimento iniziale. Improvvisamente ci siamo trovati in una situazione inaspettata e quindi come reazione iniziale ci siamo demoralizzati». È adesso il turno della prof.ssa Carla Mainardi, di matematica, ad intervenire dalla sua finestrella quadrata della riunione di Google Meet, in cui i docenti del Liceo linguistico Marconi di Parma ci stanno raccontando la loro esperienza con il progetto formativo Con la Scuola. 

«Poi nell’arco di pochissimi giorni c’è stato un attivarsi tra colleghi, sia a livello del Cdc, che di dipartimento. Ci siamo tuffati immediatamente nell’apprendimento dell’utilizzo di piattaforme informatiche che non conoscevamo. C’è stata davvero molta collaborazione e di conseguenza nell’arco di una settimana, lavorando tra di noi da autodidatti, ci siamo attivati anche con i ragazzi. 

«Abbiamo quindi cominciato a utilizzare le piattaforme, a parte il registro elettronico, perché era assolutamente impensabile poter continuare con uno strumento del genere. Sentivamo la necessità di un contatto come quello in classe, ma che ci era stato tolto. Abbiamo attivato da subito gruppi Whatsapp, Meet, ho reso disponibile immediatamente il mio numero di cellulare e abbiamo cominciato a sentirci il più possibile.

Ripensare la didattica

«Ci siamo trovati con i colleghi di dipartimento per ripensare la didattica e la programmazione per poterla rendere più trasmissibile e agevole. Abbiamo operato alcune modifiche nella programmazione in modo da anticipare alcune parti così abbiamo anticipato alcune cose e posticipato altre. E ha funzionato. Anche perché abbiamo condiviso tutti i passi che abbiamo fatto, anche le difficoltà, con i ragazzi, e devo dire che sono stati molto comprensivi. Ho spiegato loro il perché abbiamo rimodulato il programma, come avremmo potuto continuare. I ragazzi ci aiutavano anche dal punto di vista tecnologico, erano molto collaborativi. 

«È stato molto impegnativo, ma poteva andare sicuramente peggio. Anche se la scuola in presenza non è assolutamente sostituibile, tutto sommato anche a distanza sia i rapporti didattici che quelli personali, con diverse dinamiche, hanno funzionato, abbiamo cercato di mantenerli il più possibile. Io alla fine dell’anno ero molto meno insoddisfatta di quanto potevo immaginare. Sono stata grata soprattutto ai ragazzi, che hanno lavorato, collaborato e compreso molto. Abbiamo anche fatto delle scelte insieme, condivise: anzi, mi sono adeguata a loro, ma mi sembrava giusto. Devo dire che tutto questo è stato utile». 

Come fare educazione fisica online? Un problema poco considerato

Dai mesi di febbraio e marzo 2020, inizio della didattica a distanza in Italia e in moltissimi paesi del mondo (qui un approfondimento sul tema delle riaperture scolastiche in Europa) si è scritto, letto e dibattuto moltissimo dei vari risvolti positivi o negativi delle singole discipline. Una materia di cui si è invece parlato molto poco è Scienze motorie, la cui perdita della compresenza tra docente e alunni ha rappresentato una sfida senza precedenti.

Ecco come questa sfida è stata affrontata da Simone Castagneti, prof. di Scienze Motorie. 

«La mia materia è quella che ha subito il colpo più grosso, perché è un’attività pratica: è stata snaturata. Era difficile continuare ma ho cercato di mantenerla anche a distanza. Lo scorso anno seguivo una scuola secondaria di primo grado e lavoravo con i circuiti, e ho adattato questo tipo di allenamento a una scuola superiore. Dalla maggior parte dei ragazzi ho avuto un ottimo riscontro. Ho chiesto loro di compilare dei documenti, dove si presentavano, e mi dicevano cosa si aspettavano dalla mia materia quest’anno. Ho trovato molta comprensione. Molti ragazzi sono stati contenti di lavorare a casa, con i circuiti. 

«E sono contenti anche adesso di lavorare a casa e di avere uno strumento da poter utilizzare al di fuori delle lezioni, che era poi l’obiettivo principale: dargli un mezzo per poter svolgere l’attività fisica nel proprio appartamento, senza nessun attrezzo, a corpo libero. Non c’erano scuse per non poter fare movimento in casa. Ho cercato di adattare questo lavoro ai ragazzi: ho lavorato per creare obiettivi comuni. Possono fare esercizio in due metri per due, senza nessun attrezzo».

La collaborazione con i colleghi

«Anche con i colleghi ho strutturato una collaborazione seguendo un iter della classe, personalizzandolo in base agli interessi dei ragazzi. Rispetto alle altre classi che ho fuori da qui, ad esempio. Ho cercato di partire subito con l’attività pratica. Mantenere quello che facevamo in presenza anche a distanza, per non fargli sentire la differenza. Certo, lo sport di squadra con l’uso dei palloni degli attrezzi è più divertente, sia per gli studenti che per il docente stesso, ma non si poteva fare. 

«Anche la valutazione è diversa. Non si può certo valutare attraverso una telecamera. Ho cercato di valutare gli interventi, la partecipazione. Rispetto alla classe, quello che ho notato, è che lo schermo spaventa un po’: gli alunni sono meno propensi a intervenire. Mentre in classe intervenire è più naturale, anche per me, trovarsi davanti a uno schermo è diverso, chiaramente. Se nessuno interviene ti sembra di essere solo e di fare un monologo con te stesso. Quindi cerco di incentivare molto gli interventi, sollecitare le domande».

Quello che ho apprezzato di più di Con la Scuola è il lavoro di ricerca, di aggiornamento vero e proprio, di innovazione nella didattica e nel tentativo di lavorare insieme. 

Il supporto di Con la Scuola per il Liceo linguistico Marconi di Parma

«Per quanto mi riguarda, quel che mi ha colpito del progetto formativo è stato il lavoro di ricerca, di innovazione nella didattica e nel tentativo di lavorare insieme». Sono le parole di Ada Malandri, prof.ssa di Religione. Che prosegue: «Un lavoro, per quanto mi riguarda, non facile. Abbiamo iniziato con la ricerca del lavoro in team e abbiamo ci siamo aggiornate. 

«Personalmente,  la mia ricerca come innovazione didattica è iniziata solo lo scorso anno. Un percorso, per me, finalizzato a cercare di capire gli alunni, i nostri studenti. Quello che ho apprezzato di più di Con la Scuola è il lavoro di ricerca, di aggiornamento vero e proprio, di innovazione nella didattica e nel tentativo di lavorare insieme». 

Autobiografie cognitive e lavori di gruppo

Elisabetta Schianchi, prof.ssa di Scienza: «Lo scorso anno (2019/2020) abbiamo usato le autobiografie cognitive. Quest’anno (2020/2021) abbiamo iniziato a lavorare con i piccoli gruppi su Meet nella mia materia, Scienze. L’anno scorso ci avevo provato in maniera tradizionale: suddividere i ragazzi in gruppi e poi dar loro la facoltà di organizzarsi autonomamente per sviluppare un argomento, e loro mi avevano presentato un power point.

«Ma avevo capito bene che si trattava solo di un suddividersi i compiti, senza una vera cooperazione: nessuno sapeva che cosa aveva fatto l’altro, insomma. Quest’anno voglio provare a lavorare di più su questo aspetto, in modo da strutturare meglio il lavoro in gruppo».   

Nunziata Celeste, lettrice madrelingua di Spagnolo, si inserisce nella conversazione, portando un’esperienza da un’angolazione diversa, quella di una collega che ha studiato molto all’estero. 

«Avevo fatto un master in Spagna sulle nuove metodologie dell’insegnamento e quindi sono stata contenta di partecipare a Con la Scuola. Il lavoro con il coach mi ha insegnato moltissimo. Si è creato un gruppo produttivo. Non era solo riunirsi, ma riunirsi per arrivare a un obiettivo in un tempo determinato. Non avevo mai lavorato in quella maniera, per me è stato un grande insegnamento. E le colleghe sono state bravissime. 

L’insegnamento cooperativo

«Credo molto nella metodologia dell’insegnamento cooperativo e collaborativo. Arrivare a farlo già solo in una classe, è abbastanza. L’interazione tra le materie è fondamentale. Nel nostro piccolo, con Giulia, abbiamo creato questa cooperazione, o almeno abbiamo cercato di farlo, finché non è arrivata la pandemia e ha bloccato tutto. Anche se io e Giulia subito ci siamo adeguate. Adesso sono due settimane che provo a lavorare in maniera anche asincrona nella classe, pensavo che non sarebbe stato efficace invece ce l’abbiamo fatta. Pur avendo una sola ora a settimana con loro è andata bene. Vedo che si può fare».

Cosa abbiamo imparato (e porteremo con noi anche in futuro)

Infine, nel salutarci, Tatiana Giuffredi conclude la lunga e intensa chiacchierata che ci ha portato a conoscere la storia di questo coesissimo Consiglio di classe del Liceo linguistico Marconi di Parma con qualche appunto da portare anche nel futuro. 

«Per quanto mi riguarda – ma credo di poter far sintesi anche rispetto a cose emerse con i colleghi –  gli aspetti più critici l’anno scorso sono state soprattutto difficoltà legate al fatto che ci siamo dovute creare da sole il materiale per la didattica per competenze: abbiamo dovuto creare noi dal basso una rubrica per le valutazioni, abbiamo usato gli spunti di Con la Scuola ma senza un modello preconfezionato e abbiamo dovuto creare noi i materiali da usare in classe. E questo è stato faticoso.

«Una cosa che è stata particolarmente utile nell’incontro con i formatori è stato ribadire l’idea teorica della complessità del sistema scuola, e quindi della classe come sistema complesso. E anche, sicuramente, il tema delle osservazioni. Un tema complicato da attuare, se non in una fase iniziale, quando in classe non si sono avviate già relazioni più strutturate. Devo ammettere infatti che non sempre siamo stati capacissimi di osservarli prima di giudicare, ma ci siamo impegnati molto.

«Quello che ho imparato da Con la Scuola, infine, è la necessità di mettersi in relazione rispetto a un contesto difficile come quello del gruppo classe e non stare in cattedra a elargire verità». 

Quello che ho imparato da Con la Scuola è la necessità di mettersi in relazione rispetto a un contesto difficile come quello del gruppo classe e non stare in cattedra a elargire verità. 

Fine del viaggio

E anche questo viaggio alla scoperta di Storie dai Consigli di classe è terminato. Prima di chiudere però accogliamo la richieste delle insegnanti del Liceo linguistico Marconi di Parma, nel ricordare alcune colleghe che sono state parte fondamentale di questo percorso in passato.  

«Ci tenevamo come Consiglio di classe a farti sapere che lo scorso anno vi erano 2 docenti (ora in pensione) che si sono spese con passione per il progetto, nonostante sapessero che per loro era solo per pochi mesi. La prof.ssa Susanna Cavazzini di Scienze Motorie che come vedi ha passato il testimone ad un collega molto in gamba, e la lettrice di Francese Marie Pierre Risoli, un pilastro della nostra scuola. Loro sicuramente testimoniano che non si finisce mai di imparare e di imparare come meglio apprendere e far apprendere e come fare gruppo».

Leggi la prima storia >>> Storie dai Consigli di classe. I protagonisti di Con la Scuola si raccontano: si parte dal Russell-Newton di Scandicci

Leggi la seconda storia >>> La scuola Oreste del Prete di Sava si racconta: secondo appuntamento con le Storie dai Consigli di classe

Per conoscere la nuova offerta formativa di Con la Scuola 2021, si può leggere questo approfondimento.

LEGGI ANCHE

CONSENSO ALL’UTILIZZO DEI COOKIE AL PRIMO ACCESSO AL SITO WEB WWW.CONLASCUOLA.COM

Snam utilizza i cookie nell’ambito di questo sito per assicurarle efficace navigazione. Questo sito utilizza anche i cookie di terze parti. I cookie utilizzati non possono identificare l’utente. Per maggiori informazioni sui cookie impiegati e sulle modalità da seguire per cancellarli, cliccare qui. Continuando la navigazione di questo sito, lei acconsente all’utilizzo dei cookie.