Germana Impellizzieri su Con la Scuola: aiuta noi docenti a preparare i ragazzi al mondo che li aspetta

La professoressa del Liceo Scientifico e Linguistico Vittorini di Gela racconta il supporto ricevuto dal progetto di Snam e Luiss durante un anno di pandemia.

Germana Impellizzieri, professoressa di Inglese del Liceo Scientifico e Linguistico Elio Vittorini di Gela, racconta per la rubrica Storie dei Consigli di classe il supporto ricevuto da Con la Scuola, progetto formativo di Snam e Luiss Business School, per fronteggiare i cambiamenti imposti dalla pandemia in termini di didattica e non solo.

Si parte dalla situazione del maggio 2021, che vede docenti e alunni alle prese con il ritorno in presenza, per poi affrontare quanto accaduto anche al Liceo Vittorini con le sfide richieste dalla Dad a docenti, ragazzi e organizzazione scuola.

Germana Impellizzieri: «È necessario per noi docenti accorciare le distanze e capire meglio quel che vivono i ragazzi»

Com’è l’attuale situazione del Vittorini di Gela, dopo il rientro in presenza?

«Noi stiamo vivendo una situazione particolare, perché fino al 12 maggio 2021 siamo ancora in zona rossa (ndr è l’11 maggio, quando la incontriamo via Meet). C’è stato un picco di contagi, soprattutto nell’ambiente scolastico. 

«Per il resto, abbiamo continuato a essere presenti a scuola: abbiamo aperto al 50%, anche durante la chiusura. In molte classi si sono formati gruppi che si alternano: un gruppo segue a casa e un gruppo a scuola.

«Abbiamo avuto periodi di Dad integrale, durante screening destinati a docenti, personale scolastico e ragazzi. Non sappiamo in quale modo continueremo. Da oggi (11 maggio, appunto ndr), siamo in presenza al 50%.

«I ragazzi hanno una gran voglia di tornare a scuola: sono disorientati, manca loro la socialità, il rapporto fisico tra i loro compagni e con i docenti.

«Tutto questo aspetto è stato molto lasciato alla sensibilità dei ragazzi, ma soprattutto di noi docenti: alcuni insegnanti sono legati a un metodo tradizionale di fare scuola: interrogazioni, registri, voti.

«Invece, quelli che tra noi hanno aderito a Con la Scuola hanno potuto valorizzare l’aspetto emotivo, l’ascolto. Questo è particolarmente evidente nella classe il cui Consiglio ha partecipato a Con la Scuola, mentre nelle altre è stato più difficile». 

Tornati a scuola in presenza, come avete accolto i ragazzi e quali attività sono state svolte in quest’ultimo periodo? 

«Io sono un’insegnante di Inglese, per me è più facile utilizzare vari strumenti e piattaforme. L’ho sempre fatto. Abbiamo svolto lavori di gruppo, abbiamo cercato di ascoltare i ragazzi e fargli scrivere diari, realizzare registrazioni di video in cui parlavano di quello che sentivano e che avevano vissuto. Ne è emersa soprattutto la mancanza del rapporto tra compagni di classe, tra amici, la socialità. 

«Si sono trovati a usare il mezzo informatico, che di solito usano per il tempo libero, per i compiti, quindi lo hanno sentito come una forzatura. Questo li ha provati psicologicamente.

«A questo si aggiungono molti disagi, anche legati a familiari che hanno avuto il Covid e sono stati a casa, condizionando molto gli spazi in cui poter fare didattica a distanza. Abbiamo inoltre avuto perdite gravissime legate al Covid, nella nostra scuola, e come docente non sei preparato ad affrontare queste situazioni». 

Sta a noi docenti decidere se approfondire o meno le dinamiche psicologiche dei ragazzi, o se limitarci a fare quello per cui siamo pagati. Ci siamo ritrovati a dover aiutare i ragazzi e affrontare insieme a loro situazioni molto difficili. 

Germana Impellizzieri: «Durante il lockdown, noi docenti abbiamo imparato a supportarci reciprocamente, a mettere in condivisione le competenze»

Quali impressioni ha lasciato la prima esperienza di chiusura e come avete reagito? 

«È successo tutto velocemente. Il nostro istituto era già dotato di infrastrutture e quindi siamo partiti subito in modo efficiente: non abbiamo avuto grosse difficoltà organizzative. Ma l’insegnamento in presenza e la Dad sono due dimensioni molto diverse, per vari motivi.

«È, invece, emerso il problema di gestire la relazione in maniera completamente diversa. Non avevamo appoggi legislativi, né metodologici.

«Quel che mi lascia di buono questa pandemia è che con i colleghi abbiamo imparato a supportarci reciprocamente, mettere in condivisione le competenze, rivedere le programmazioni. Ci siamo incontrati molto di più su Google Meet – circa una volta ogni dieci giorni – di quando facevamo riunioni in presenza, e questo ci ha aiutato molto a condividere

«Come adulti facciamo fatica a seguire i ragazzi da un punto di vista tecnologico, ma era necessario per noi fare questo sforzo, per accorciare le distanze e capire meglio quel che vivono i ragazzi».

C’è distanza tra quel che i ragazzi vivono a scuola e quel che la società chiede loro: è nostro dovere prepararli, con una formazione più ampia, con competenze che possano spendere anche fuori. 

Germana Impellizzieri: «Il supporto di Con la Scuola è stato determinante: sono riusciti da subito a darci sostegno di metodo, rispetto alla Dad e non solo»

Germana Impellizzieri, docente di inglese del Liceo Scientifico e Linguistico Elio Vittorini di Gela, dopo le riflessioni sulla pandemia, prosegue raccontando il lavoro fatto nell’ambito del progetto formativo Con la Scuola, sostenuto da Snam con il coordinamento scientifico di Luiss Business School, la collaborazione di Luiss Guido Carli, Confindustria e ANP. Valutazione e osservazione sono gli argomenti cardine. 

«Io avevo iniziato a seguire i seminari di Con la Scuola già nell’estate del 2019, perché ero stata nominata referente del progetto. Ma appena c’è stata l’emergenza Covid, il supporto di Con la Scuola è stato determinante: sono riusciti da subito a darci sostegno di metodo rispetto alla Dad, e non solo. Questo ci ha permesso di proporre alla dirigente un approccio diverso. 

«Ci siamo quindi concentrati anche sugli aspetti emotivi degli studenti, abbiamo gestito diversamente i tempi, le pause, riorganizzando anche il lavoro dei docenti, condividendo quel che imparavamo strada facendo. Nessuno di noi era preparato a questa situazione e alcuni non erano pronti a usare la tecnologia».

La valutazione è una delle sfide più difficili della Dad: come l’avete affrontata?

«La valutazione è chiaramente cambiata. Abbiamo valutato l’impegno del singolo, ma soprattutto l’impegno corale, la capacità di essere autonomi, di sapere lavorare in gruppo comprendendone le dinamiche, infine, la capacità di autorganizzarsi in gruppo. 

«È stato importante vedere come i ragazzi siano riusciti a trovare una loro dimensione; come i loro caratteri e ruoli si siano modificati all’interno del gruppo. Per esempio, è stato significativo vedere il ragazzino più timido che fa da leader perché riesce a trovare una sua dimensione nel lavoro di gruppo, e quello che è sempre stato leader che si “accontenta” di fare il gregario perché capisce che anche quel ruolo ha una funzione importante.

«È cambiato il nostro modo di valutare i lavori dei ragazzi. Anche perché far ripetere loro la lezioncina non avrebbe avuto molto senso: sapevamo che in Dad avrebbero letto sistematicamente dal libro». 

Abbiamo valorizzato l’aspetto dell’integrazione, con molte soddisfazioni: ci siamo dovuti educare a vicenda per ottenere i risultati che volevamo.

Germana Impellizzieri, come ha lavorato nella sua materia, l’inglese?

«In inglese, abbiamo usato molto i podcast in lingua straniera e le TED conference. Abbiamo lavorato sui temi contemporanei: diritti umani, diritti delle donne, le diversità. Temi che avrebbero potuto interessare i ragazzi, insomma.

«In alcune delle mie classi, in particolare in una, grazie a un nostro studente diversamente abile, abbiamo valorizzato l’aspetto dell’integrazione. Abbiamo avuto soddisfazioni, ci siamo dovuti educare a vicenda per ottenere i risultati che volevamo». 

L’osservazione è uno degli argomenti cardine affrontati nel percorso formativo di Con la Scuola: in che modo l’avete attuata?

«Per quel che riguarda l’osservazione, abbiamo cercato di far produrre ai ragazzi dei video in cui si presentavano e raccontavano di sé stessi. 

«Come Consiglio di classe, abbiamo deciso di monitorare aspetti della classe e di ogni singolo ragazzo, appuntando gesti, situazioni, tentando di evitare il giudizio, forzando la nostra deformazione professionale, perché anche nei termini che usiamo il giudizio è spesso implicito. 

«Mi riferisco a cose anche minime: alla postura, le risposte, l’atteggiamento; fino a un’osservazione più approfondita che riguardasse l’atteggiamento in toto, nei confronti degli altri compagni e dei docenti. 

«Abbiamo osservato i ragazzi all’interno dei gruppi che abbiamo formato, e ci siamo fatti un quadro che corrispondeva tra noi docenti, pur osservando caratteristiche diverse. Questo ci ha permesso di evitare il pregiudizio che spesso ci troviamo ad avere rispetto ad alcuni atteggiamenti (il ragazzo che non sta mai fermo, che sembra che non ascolti). 

«Tutta la formazione ricevuta da Con la Scuola ci ha insegnato questo: cercare di far emergere ogni aspetto dei ragazzi in maniera più oggettiva possibile. Questo ci ha aiutati nella valutazione globale sia degli individui che della classe.

Come si aspetta la scuola del futuro, dopo tutti questi cambiamenti?

«Mi auguro che l’esperienza che abbiamo vissuto ci aiuti a valorizzare la relazione. Noi adulti abbiamo una responsabilità immensa nei confronti dei ragazzi, spero che la scuola insegni ai ragazzi il rispetto degli altri, vivere il sociale. 

«Mi piacerebbe che molti docenti guardassero meno all’attuazione dei programmi (se ancora di programmi si può parlare), dando invece più importanza alle competenze che permettano ai ragazzi di interpretare questi programmi e metterli in pratica. 

«Penso che questo si possa fare solo quando si ha particolare attenzione a quegli argomenti che sono cari ai ragazzi, ma che dovrebbero essere cari anche a noi docenti. Mi piacerebbe che si fornisse di più ai ragazzi la possibilità di praticare la vita, dandogli degli strumenti importanti e non solo contenuti». 

Per conoscere la nuova offerta formativa di Con la Scuola 2021, si può leggere questo approfondimento.

La prima storia >>> Storie dai Consigli di classe. I protagonisti di Con la Scuola si raccontano: si parte dal Russell-Newton di Scandicci

La seconda storia >>> La scuola Oreste del Prete di Sava si racconta: secondo appuntamento con le Storie dai Consigli di classe

La terza storia >>> Liceo linguistico Marconi di Parma: dagli inizi di Con la Scuola alla sfida del lockdown. Storia di un Consiglio di classe.

La quarta storia >>> ASLAM Cooperativa Sociale: mestieri, formazione, crescita personale

La quinta storia >>> Marco Ugliano: imparare dalla crisi, per la scuola che verrà

La sesta storia >>> Cristina Costarelli: fare tesoro dell’esperienza della pandemia per proseguire sulla strada dell’innovazione

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