Marco Ugliano: imparare dalla crisi, per la scuola che verrà

Il Dirigente dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli racconta l’esperienza e le prospettive future dell’Istituto che partecipa al progetto formativo Con la Scuola

Marco Ugliano, Dirigente dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli, partecipa insieme alla suo istituto al progetto formativo di Snam e LUISS Business School, fin dalla prima edizione. Lo abbiamo incontrato virtualmente per farci raccontare questa loro esperienza nel percorso formativo Con la scuola.

Nonostante sia passato più di un anno dall’inizio dell’emergenza da Coronavirus, la situazione odierna nelle scuole italiane sembra ancora lontana dal trovare una stabilità. In un periodo segnato dall’incertezza, la priorità è cercare di costruire un fronte unitario in cui la collaborazione e il patto formativo non vengano meno. 

Marco Ugliano: «Prima di tutto abbiamo cercato di non interrompere il filo di comunicazione con studenti e famiglie»

Può raccontarci l’attuale situazione all’ITIS Alessandro Volta di Napoli?

«Siamo rientrati parzialmente in presenza da ieri (19 aprile 2021, ndr)», esordisce Marco Ugliano, parlando della situazione nella sua regione: «la Campania da metà febbraio 2021 si è ritrovata di nuovo in zona rossa, e, tra ordinanze regionali e lockdown nazionali, la presenza dei ragazzi a scuola è durata meno di un mese. 

«Prima di tutto abbiamo cercato di non interrompere mai il filo di comunicazione, attraverso la Dad e le attività di laboratorio. Queste attività le abbiamo riservate soprattutto agli studenti delle quinte che almeno un giorno a settimana hanno continuato a venire a scuola.

«Adesso invece proviamo a ripartire in presenza con una parte degli studenti. C’è molta preoccupazione ma anche molta voglia di riprendere il contatto con i ragazzi».

Come pensate di affrontare quest’ultimo periodo di scuola?

«In queste ultime settimane, vogliamo chiudere l’anno scolastico con gli studenti. Non mancano i timori viste le avvertenze che ci arrivano dall’ASL: la messa in quarantena fiduciaria di studenti e docenti è diventata più stringente a causa delle varianti del virus.

«Quindi il timore è quello di avere, ancora una volta, un periodo di presenza molto breve. Al primo ciclo, che sono già in presenza, hanno infatti visto diversi casi di quarantena di singoli o intere classi.

«Il mood di quest’anno è di assoluta precarietà. Si vive giorno per giorno, non si può programmare per il medio e lungo periodo. Non c’è uno scenario che possa durare. I dati della pandemia sembrano incontrollabili. Sembra di essere come il criceto nella ruota, non riusciamo a fare passi in avanti».

La relazione educativa coi ragazzi si gioca tantissimo sulla presenza reale, in contesti reali, e tutto adesso è molto estraniante.

Facendo un passo indietro, quali impressioni ha lasciato l’inizio dell’emergenza e la prima esperienza di chiusura totale?

«Io ho giocato il mio ruolo», prosegue Marco Ugliano, dirigente scolastico dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli, «ho individuato come bisogno fondamentale quello di rassicurare. L’ansia e la paura erano palpabili all’inizio: c’era incertezza, informazioni poco chiare, e tutt’oggi è ancora così.

«Tutto era gestito in modalità a cui non eravamo preparati. Per quanto riguarda il piano organizzativo, abbiamo cercato di creare uno spazio di aggregazione, anche se virtuale, per la comunità scolastica. Abbiamo scelto di passare messaggi rassicuranti, non di tipo burocratico. Le indicazioni per la valutazione finale ci sono arrivate solo a fine anno. Ma io, insieme a tutto il personale, ho deciso di fare tutto il possibile senza caricare – e caricarci – di ansie e preoccupazioni».

Con l’arrivo del primo lockdown, quali priorità avete scelto per continuare a essere un punto di riferimento per famiglie e studenti?

«Avevamo una fascia larga di ragazzi che non riusciva a collegarsi. Il nostro messaggio è stato che non ci sarebbe stata una valutazione di tipo sommativo: non avremmo certificato gli studenti, ma saremmo stati un punto di riferimento. Con questo approccio siamo arrivati in serenità alla fine dell’anno scolastico 2019/2020.

«Moltissimi si sono impegnati sul piano organizzativo della sicurezza, dell’igiene del distanziamento. Lo abbiamo fatto anche noi, ma il messaggio che volevo trasmettere era che non ci dovevamo limitare al metro di distanza tra i banchi, o alle mascherine o ai banchi a rotelle. Quello era il contesto in cui dovevamo muoverci, ma la priorità era mantenere un dialogo formativo ed educativo forte con i ragazzi. Capire quali erano le cose importanti per rendere questa situazione un’esperienza formativa e significativa per i ragazzi. 

«In questo senso, il lavoro fatto insieme a Con la Scuola è stato fondamentale. Abbiamo avuto una grossa conferma della validità di questo approccio. Ci ha fornito degli strumenti operativi e di riflessione importantissimi, per affrontare in modo più adeguato una situazione difficile».

Non ci dovevamo limitare al metro di distanza tra i banchi, o alle mascherine o ai banchi a rotelle. Quello era il contesto in cui dovevamo muoverci, ma la priorità era mantenere un dialogo formativo ed educativo forte con i ragazzi.

Marco Ugliano: «Con la Scuola ha cambiato in maniera significativa l’approccio dei professori, tra di loro e verso gli studenti»

Dopo aver ascoltato il Dirigente scolastico Dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli, Marco Ugliano, a proposito del primo lockdown, raccogliamo la sua restituzione rispetto a temi specifici del percorso formativo fatto insieme a Con la Scuola, progetto sostenuto da Snam con il coordinamento scientifico di Luiss Business School, Luiss Guido Carli e la collaborazione di Confindustria e ANP. 

Si va dalla formazione specifica dedicata ai Consigli di classe, alla nuova sfida della valutazione a distanza; dai lavori di gruppo, alle relazioni che si instaurano tra le componenti del sistema scuola. 

«Abbiamo partecipato alla primissima edizione sperimentale di Con la Scuola,» riprende il Dirigente, «quindi avevamo una percezione chiara di quale sarebbe stato l’approccio. Ho osservato le dinamiche che sono state messe in campo da parte del Consiglio di classe, dei docenti, del gruppo che ci ha lavorato. 

«Nonostante l’impegno e la fatica che si andavano ad aggiungere a tutte le fatiche e gli impegni di quest’anno, ho notato, nei confronti di Con la Scuola, la soddisfazione dei docenti di mettere in atto azioni significative per i ragazzi».

Che feedback ha ricevuto dai docenti sui lavori di gruppo, l’osservazione e la formazione dei Consigli di classe?

«Il nostro è un ITIS al centro di Napoli, interveniamo in una zona della città non particolarmente benestante, e la nostra platea presenta diverse situazioni di fragilità. Quel che ha funzionato meglio credo sia stata la logica di entrare in un vero lavoro di gruppo.

«Di solito i docenti sono abituati a vivere la propria professione in maniera solipsistica. I momenti di aggregazione non sono visti come momenti di confronto reali. Invece l’approccio formativo ed esperienziale portato da Con la Scuola ha modificato in maniera molto evidente l’approccio dei professori, sia nei rapporti che instaurano tra di loro, sia nelle relazioni con il singolo alunno e il gruppo classe.

«Questo ha portato a esiti significativamente migliori rispetto a quelli degli altri contesti che non si sono interessati al percorso».

Nonostante l’impegno e la fatica che si andavano ad aggiungere a tutte le fatiche e gli impegni di quest’anno, ho notato, nei confronti di Con la Scuola, la soddisfazione dei docenti di mettere in atto azioni significative per i ragazzi

Valutazione: come renderla utile per i ragazzi?

«La valutazione sommativa certifica il successo o l’insuccesso scolastico di un alunno, a prescindere dal suo percorso. Questo tipo di valutazione spesso non fornisce adeguate informazioni sugli studenti.» dice Marco Ugliano, «I ragazzi spesso percepiscono il voto come un giudizio su se stessi: “questa tua prestazione è inadeguata; dovevi raggiungere questi standard.” 

«Una soluzione potrebbe essere quella di fornire agli studenti le rubriche di valutazione in anticipo, così da coinvolgerli in questo processo. Dare loro i criteri di valutazione è di grande utilità per fargli comprendere come indirizzare il lavoro. Far loro capire su che cosa vengono valutati è fondamentale. Sembra banale, ma non lo è. Queste prassi si stanno modificando in maniera evidente in chi ha partecipato al progetto». 

È possibile leggere un approfondimento sulla valutazione a distanza e su come farla bene, secondo Con la Scuola, a questo link.

Come lavorare sugli obiettivi condivisi e attivare il protagonismo degli studenti?

Marco Ugliano: «La condivisione con gli studenti è un aspetto di importanza capitale, soprattutto in un processo, come detto prima, che li ha sempre visti passivi, come quello della valutazione. È necessario cambiare il setting. Non è più pensabile un contesto in cui lo studente studia unicamente con lo scopo di ricevere un voto, per poi resettare tutto quello che ha fatto e passare allo step successivo, per prendere il voto nell’altra materia. Questo significa lasciare andare via tutte le esperienze che sono state fatte nel processo di apprendimento, o trattenerle quel tanto che basta per sopravvivere all’interrogazione.

«Lavorare su obiettivi condivisi, su prodotti che devono essere elaborati dal singolo o dal gruppo, attiva invece il protagonismo dei ragazzi. I docenti sono solo degli attivatori delle esperienze di apprendimento, che devono predisporre, più che trasmettere conoscenze. Questo è il cambiamento che stiamo cercando di agire e che Con la Scuola ci sta aiutando a mettere in campo. Ovviamente questa modalità vede un protagonismo degli studenti a cui non sono e non siamo abituati».

I docenti sono solo degli attivatori. Devono predisporre esperienze di apprendimento più che trasmettere conoscenze.

La scuola che sarà: quali cambiamenti si aspetta Marco Ugliano, dirigente scolastico dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli dal futuro?

«Nel momento in cui si uscirà dalla fase emergenziale, sarebbe molto triste non fare tesoro di questa esperienza. Sprecare una crisi è la cosa peggiore che si possa fare. Dovrà cambiare necessariamente la scuola, non solo nel senso di un maggiore utilizzo di strumenti e tecnologie, che in questo periodo si stanno usando molto, e che prima venivano con estrema lentezza utilizzati solo da pochi nuclei. Non è questo.

«Io mi aspetto che ci sia una riflessione di sistema più profonda, per avere un servizio di istruzione che sia adeguato ai bisogni formativi dei nostri ragazzi, come sono intesi nei documenti nazionali e internazionali, in quelli che sono i compiti della scuola. È necessario cambiare anche l’assetto ordinamentale». 

Andare verso una formazione reale

«Per quanto mi riguarda, sulla questione della valutazione, io abolirei assolutamente il voto. Nel momento in cui dobbiamo progettare e sviluppare le competenze dei ragazzi, il voto nella singola disciplina non ha senso. Per come è inteso oggi, ha un peso talmente rilevante da condizionare l’intera l’esperienza formativa dei ragazzi.

«Se noi facessimo certificare da soggetti esterni queste competenze, avremmo un sistema in cui sarebbero molto più comparabili gli esiti. Attualmente, i voti assegnati al termine dell’Esame di Stato hanno un valore diverso che cambia da scuola a scuola, da territorio a territorio, e non fa riferimento agli stessi livelli di competenza, prestazione, abilità e conoscenza raggiunta dalla studenti.

«Questa modalità di giudizio condiziona soprattutto l’impegno di studio che è visto in un’ottica utilitaristica, volta all’obiettivo, e non alla formazione reale di un profilo educativo dello studente. Questa è una cosa a cui bisogna mettere mano, che non prevede grandi riforme di sistema, ma che innescherebbe un cambiamento molto profondo sul piano della prassi didattica». 

L’importanza di fare rete e fare comunità  secondo Marco Ugliano, dirigente scolastico dell’ITIS Alessandro Volta di Napoli

«Mi aspetto che si rafforzino i legami con il territorio. Bisogna fare rete, fare comunità. Le scuole che hanno affrontato meglio la crisi sono quelle che sono riconosciute sul territorio che hanno saputo creare alleanze, aprirsi all’esterno, linkarsi. Questo è un elemento fondamentale. La scuola non si può percepire come una piccola enclave chiuse. 

«Le risorse e le opportunità che vengono offerte a chi si riesce ad aprire, anche in contesti molto deprivati, molto problematici, sono notevolissimi, molto più grandi di quello che si immagina. Si tratta di mettersi in gioco e aprirsi alle collaborazioni all’esterno. Tutto questo costa fatica, però il ritorno in termini di risorse e opportunità e possibilità di crescita sono notevoli. Il confronto con le altre scuole è fondamentale. 

«Un aspetto di positività del progetto Con la Scuola è legato anche al confronto comune con scuole di territori diversi, con indirizzi e platee differenti. Si mettono in luce nodi problematici comuni, ma anche modalità risolutive dei problemi da condividere». 

Per conoscere la nuova offerta formativa di Con la Scuola 2021, si può leggere questo approfondimento.

Leggi la prima storia >>> Storie dai Consigli di classe. I protagonisti di Con la Scuola si raccontano: si parte dal Russell-Newton di Scandicci

Leggi la seconda storia >>> La scuola Oreste del Prete di Sava si racconta: secondo appuntamento con le Storie dai Consigli di classe

Leggi la terza storia >>> Liceo linguistico Marconi di Parma: dagli inizi di Con la Scuola alla sfida del lockdown. Storia di un Consiglio di classe.

Leggi la quarta storia >>> ASLAM Cooperativa Sociale: mestieri, formazione, crescita personale

LEGGI ANCHE

CONSENSO ALL’UTILIZZO DEI COOKIE AL PRIMO ACCESSO AL SITO WEB WWW.CONLASCUOLA.COM

Snam utilizza i cookie nell’ambito di questo sito per assicurarle efficace navigazione. Questo sito utilizza anche i cookie di terze parti. I cookie utilizzati non possono identificare l’utente. Per maggiori informazioni sui cookie impiegati e sulle modalità da seguire per cancellarli, cliccare qui. Continuando la navigazione di questo sito, lei acconsente all’utilizzo dei cookie.