Ci spostiamo alla Scuola Oreste del Prete di Sava, in provincia di Taranto, per la seconda puntata di Storie dai Consigli di classe, rubrica dedicata ai protagonisti del progetto formativo Con la Scuola, voluto da Snam e coordinato da LUISS Business School.
Con la Scuola coinvolge più di 300 tra Dirigenti scolastici, insegnanti e professionisti della formazione, e pone al centro del proprio lavoro il Consiglio di classe, soggetto principale del cambiamento nella scuola. I formatori della LUISS Francesca Traclò, Ottavio Romano, Paolo Vidali e Chimera Poppi hanno saputo da subito modificare questo percorso di formazione, adattandosi all’inedita situazione causata dalla pandemia da Covid-19.
Incontriamo “virtualmente” la professoressa Maria Pia Mangia, docente di inglese nell’IISS di Sava, che ha condiviso con noi l’esperienza del suo Consiglio di classe, dandoci dapprima una panoramica della scuola e del suo territorio.
Scuola Oreste del Prete di Sava: il racconto di una scuola è sempre anche il racconto di un territorio
«Questo anno scolastico è più difficile dell’anno scorso: in termini di fatica, di difficoltà, in termini di ragazzi che si perdono» esordisce la prof di Inglese nella nostra chiacchierata via Google Meet; «perché tra i tanti che aiutiamo con i device e con le connessioni, ci sono comunque tutti quelli che si perdono perché non hanno una famiglia alle spalle, perché la famiglia ha altro a cui pensare in questo momento, perché sono in comunità, per tante ragioni. È tanta vita che si perde, ed è un peccato».
Come ha aderito la Oreste del Prete a Con la Scuola
«Il nostro dirigente era stato invitato a Roma, all’evento di presentazione del progetto Con la Scuola, e al suo ritorno ci ha voluto coinvolgere perché ne era rimasto entusiasta. Il nostro Consiglio di classe è partito bene: posso dire che stiamo lavorando davvero bene».
Era il mese di febbraio 2020. L’emergenza Coronavirus e il conseguente lockdown, che sarebbe partito da lì a poco, avrebbero imposto un brusco arresto della didattica in presenza, il rapido affermarsi della DAD e, in seguito, della Didattica integrata.
Il supporto di Con la Scuola
«All’inizio ci siamo trovati spaesati a causa delle difficoltà organizzative. Ci siamo aiutati fra noi docenti e soprattutto è stata una fortuna che il nostro ITIS sia a indirizzo informatico, e che quindi alcuni colleghi ci abbiano saputo dare una mano.
«Superato lo “sconcerto tecnologico” è arrivato “lo sconcerto ministeriale”… ma abbiamo cercato di ricucire quel che era rimasto dell’anno scolastico. Dal mio punto di vista, la decisione di promuovere tutti è stata giusta, perché i ragazzi hanno sofferto».
Ricreare la classe da casa: un punto di partenza
«Con la Scuola è iniziato quasi in contemporanea con il lockdown. È servito già dal primo incontro a dare una scossa: non eravamo abituati a lavorare a distanza; mi sono resa conto che i formatori, invece, erano abituati a questa modalità e ci hanno dato una scossa: esiste lo smart working, esiste lo smart studying.
«Ci hanno fatto capire che dovevamo ricreare da casa la classe, e questo serviva a noi come docenti, ma serviva soprattutto agli alunni, a far capire che qualcosa era cambiato: era cambiato lo strumento, erano cambiati i modi, però comunque si doveva restare un gruppo classe, c’erano delle etichette da rispettare, c’era un certo comportamento da tenere.
«I formatori sono stati molto utili sicuramente anche per quanto riguarda gli strumenti – ma quella era la cosa più semplice: uno può fare un giro su YouTube e trovare tanti tutorial per utilizzare Meet, Zoom etc. -, ma soprattutto sono stati utili a livello di metodologie: per noi docenti, e per alcuni in particolare, è stata dura passare dalla lezione faccia a faccia, dalla verifica con il ragazzo fermo immobile che non può aprire il libro, alla verifica d’altro, a un altro modo di verificare e valutare.
Questo credo sia stato il supporto più utile: più che a livello tecnico, il supporto a livello metodologico».
Autobiografia cognitiva e valutazione formativa: il supporto di Con la Scuola alla Oreste del Prete.
«Nel nostro contesto abbiamo usato tantissimo l’autobiografia cognitiva, una sorta di diario di bordo. L’abbiamo utilizzata noi docenti per primi ed è stato molto utile, tanto che l’abbiamo proposta anche ai ragazzi.
«Abbiamo cercato di attuare attività di peer to peer, e di portare il lavoro verso il compito partecipato: di passare dalla verifica al lavoro di gruppo.
«Il supporto del gruppo Con la Scuola ci ha aiutato a spostare l’attenzione dalla verifica che serve solo a misurare qualcosa, a quella che può essere una valutazione formativa, in itinere, condivisa, partecipata, trasparente.
Questo è stato sicuramente un grande aiuto, perché ogni tanto noi docenti perdiamo la bussola: ci facciamo prendere dal programma, dal voto, dalla media calcolata, ponderata e quant’altro».
Cosa abbiamo imparato (e porteremo nella nostra esperienza)?
Osservare i ragazzi e responsabilizzarli
«Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è sicuramente quella di separare il momento del giudizio dal momento dell’osservazione: abbiamo imparato a far scaturire dall’osservazione dei ragazzi un progetto da condividere con loro, e a vedere la condivisione come un mezzo per responsabilizzarli. Ed è questo che abbiamo cercato di fare dal vivo.
«La risposta dei ragazzi, per quel poco che siamo stati in presenza, è stata positiva. Nel mese in presenza, abbiamo avuto la fortuna di fare il primo incontro con i genitori dal vivo, in occasione delle elezioni dei rappresentati.
«Abbiamo avuto un feedback molto positivo. I ragazzi sono rimasti contenti di questo approccio, che a loro è sembrato diverso, ma non lo prendono sotto gamba: si sono dati delle regole, e hanno elaborato anche un proprio regolamento anti-Covid. Nonostante ci sia un regolamento di scuola, loro se ne sono fatti uno di classe, a volte anche più stringente di quello della scuola.
«Coinvolgerli nelle decisioni importanti che riguardano la loro vita quotidiana è stato fondamentale. I ragazzi hanno acquisito responsabilità nel gestire il loro tempo, nell’organizzarsi anche a distanza.
«A questo progetto stiamo lavorando con una prima classe del Liceo delle Scienze Applicate, sono 26 ragazzi e ragazze».
Un nuovo anno scolastico con la Didattica integrata: i miglioramenti nel Consiglio di classe grazie a Con la Scuola
«Abbiamo visto sicuramente dei miglioramenti nei Consigli di classe. Siamo partiti in cinque: i docenti di Italiano, Matematica, Scienze, Fisica e Inglese. Poi le adesioni al progetto si sono allargate fino a coinvolgere tutti i docenti del Consiglio di classe. Manca solo un ragazzo molto giovane che è il nuovo prof. di Informatica, e lui sembra molto entusiasta, forse per età e per materia. Verrà inserito a breve.
«Ogni 15 giorni seguiamo gli incontri di Con la Scuola, ma ci incontriamo separatamente anche tra di noi, facendo laboratori. L’interruzione delle attività in presenza ci ha bloccato, ma continueremo anche a distanza».
Quali sono le nuove risorse per la materia della prof. Maria Pia Mangia?
«Io sono fortunata perché insegno inglese e con le lingue straniere ci sono sempre state metodologie un po’ diverse. Sono sempre stata abituata a farli lavorare in gruppo, creare video e poster. Per me è stato facile acquisire metodologie nuove, ma ci sono molte altre risorse.
«Nella mia materia, ho fatto guardare moltissimi video, soprattutto i TEDx talks. Per noi insegnanti di lingue straniere, le piattaforme su cui lavorare ci sono già da molto tempo, quindi è stato tutto molto più semplice. Mentre i colleghi delle altre materie hanno dovuto inventarsi tutto da sé.
«Infine, per quanto riguarda la valutazione, non sono una fissata con le verifiche a tutti i costi, per esempio non mi sono rotta la testa per capire come non farli copiare. Per fortuna, siamo stati concentrati su altri aspetti dell’apprendimento e della relazione».
Dopo la Del Prete di Sava, Storie dai Consigli di classe continua il suo racconto da… Parma.
Nella prossima Storia dai Consigli di classe ci attende infatti il Liceo linguistico “Guglielmo Marconi” di Parma, per il quale abbiamo avuto il piacere di ascoltare un intero Consiglio di classe (e anche di più) che nel corso degli ultimi due anni scolastici ha seguito Con la Scuola con il Cdc della classe 1aM (oggi 2aM), dell’EsaBac Plus, sezione sperimentale che unisce il percorso di studi statale italiano con il baccalauréat dell’ordinamento scolastico francese.