La scuola sostenibile: cos’è e quale modello educativo propone

Attenta alle competenze trasversali, laboratoriale nella didattica e aperta al territorio. Scopriamo la scuola sostenibile, con un approfondimento di Marco Alverà, AD di Snam.

La scuola sostenibile è un termine che fa riferimento a una scuola circolare, più sostenibile sotto tutti i punti di vista. Solitamente si è portati a immaginare la sostenibilità scolastica come un tema legato esclusivamente all’edificio: il suo impatto energetico, la gestione di rifiuti o una possibile transizione verso energie pulite. 

«In verità, il tema più rilevante della sostenibilità» ci racconta Francesca Traclò, responsabile scientifico del progetto formativo Con la Scuola «è legato al processo educativo: e più precisamente al modo in cui questo processo attivi la capacità della scuola di essere una comunità educante, allargata al territorio. Quindi la circolarità fa sì che le risorse, i docenti, i ragazzi e il loro percorso di crescita e di apprendimento si incontrino con il territorio, lo valorizzino e restituiscano questo valore. La scuola diventa così quello che dovrebbe essere: il cuore pulsante del territorio, perché è il posto in cui la cultura crea la condivisione di scopo».

La scuola dovrebbe essere il cuore pulsante del territorio, perché è il posto in cui la cultura crea la condivisione di scopo.

Nel progetto Con la Scuola, dedicato principalmente alla formazione dei Consigli di classe e dei dirigenti scolastici delle superiori di secondo grado, il modello circolare della scuola sostenibile è centrale, in termini di proposta di cambiamento di paradigma: la capacità di valorizzare al meglio tutte le risorse del processo educativo.

Di scuola sostenibile, sostenibilità energetica e di scenari futuri ha parlato Marco Alverà, AD di Snam – l’ente che, in collaborazione con il Consorzio ELIS, sostiene Con la Scuola – nel corso di un webinar dedicato. Partiamo proprio da qui per affrontare i tanti elementi che riguardano la Scuola sostenibile.  

La scuola sostenibile e le sfide del futuro secondo Snam

«La scuola e i docenti sono il cuore propulsivo del futuro di un paese». Così Marco Alverà, AD di Snam nel corso del suo intervento al webinar Una scuola sostenibile, organizzato da Con la Scuola, con il coordinamento della responsabile scientifica Francesca Traclò. Alverà ha raccontato di come il mondo delle imprese stia cambiando e stia valorizzando la sostenibilità, il rapporto con i territori e le relazioni con le realtà educative.

Le aziende, che sono state fino a qualche tempo fa considerate come un soggetto esterno rispetto alla società, si sono rimesse in gioco: il mondo delle imprese sta cambiando.

Marco Alverà, AD Snam

«Il cosiddetto ESG (vale a dire Ambiente, Sociale e Governance, i tre fattori centrali che misurano la sostenibilità e l’impatto sociale di un’azienda, ndr) diventa la nuova matrice con cui si misura il successo delle imprese», ancora Alverà. «Le aziende illuminate che sapranno fare bene su queste tre dimensioni, saranno premiate. Chi farà male è destinato a perdere. Questa è una rivoluzione copernicana. Adesso possiamo attingere alla bontà, che diventa sempre più centrale, per coinvolgere le imprese in molto del lavoro che c’è da fare, sia sul fronte della sostenibilità ecologica che su quello della sostenibilità tecnologica. Vedremo molta più vicinanza tra imprese e scuola». 

“Una scuola sostenibile”. L’intervento di Marco Alverà, AD di Snam, al webinar del progetto formativo Con la Scuola 

Il futuro della scuola è una scuola sostenibile. Lavoriamo per portare l’efficientamento energetico dentro le scuole, per portare tecnologie e digitalizzazione. La scuola deve essere all’avanguardia.

Marco Alverà, AD Snam

Snam e le emissioni zero

La mission di Snam per il futuro ho obiettivi ben precisi. Eccoli nelle parole dell’AD Alverà: «Noi di Snam puntiamo ad arrivare il più velocemente possibile a un mondo a emissioni zero. 

«Per questo dobbiamo investire. Saremo i primi al mondo ad arrivare a zero emissioni entro il 2040 con 10 anni d’anticipo rispetto a quello che ci chiede l’Europa. Vogliamo offrire ai nostri clienti la possibilità di ridurre le loro emissioni, e questa è la leva più nobile.

«Abbiamo fondato una Società Benefit, che si chiama “Arbolia” con lo scopo di piantare alberi: questo è un modo molto naturale, positivo e sano per ridurre le emissioni». 

Transizione energetica: idrogeno e biometano. L’impegno di Snam 

«L’idrogeno è un modo per portare energia dal sole dei deserti alle nostre case e nelle nostre fabbriche. Bastano 4 ore di energia solare del deserto per alimentare tutti i consumi di tutto il mondo per un anno. Basterebbe coprire di pannelli l’1% del Sahara e avremmo energia per tutto il mondo. Questa è la scommessa per il futuro. 

«L’idrogeno porterà prosperità dove oggi non c’è. Darà a paesi come l’Eritrea, la Somalia e il Mali la possibilità di diventare paesi esportatori del loro sole. Consentirà a chi oggi non ha energia di averla. Potrà dare impulso alla costruzione di “gasdotti della pace” che porteranno in giro per i continenti questa nuova modalità di energia. 

«Il biometano è una cosa molto simile. É fatto dai rifiuti urbani. 

«Questa è veramente una rivoluzione. Ci crediamo molto, come Snam siamo leader di questa tecnologia. Snam ha 80 anni di storia. Ogni impegno che Snam si è presa, l’abbiamo conseguito».

Non vogliamo solo trasportare metano o idrogeno, noi vogliamo energizzare il mondo, che ha bisogno di idee e di nuove tecnologie. Siamo un’azienda sia pubblica che privata, e ogni giorno cerchiamo di unire questi due aspetti 

Marco Alverà, AD Snam

Snam per la scuola sostenibile

Le attività di Snam per scuola sono state approfondite in questo articolo; sentiamo dall’AD Alverà alcuni flash sull’impegno di Snam per Scuola, Sostenibilità, Parità di genere: «Lavoriamo da vicino con le scuole. Abbiamo lanciato un programma “Tappeto Volante”, una rigenerazione urbana che va a coinvolgere la scuola “Tommaso Grossi”, vicino a San Donato Milanese (MI), ma siamo attivi in molte scuole».

Puntiamo molto sulla tecnologia, abbiamo fatto importanti donazioni di pc e stampanti alle scuole.

Marco Alverà, AD Snam

«Abbiamo lavorato al progetto Con la Scuola coinvolgendo più di 300 docenti e quasi 50 Consigli di classe. 

«Il futuro della scuola è una scuola sostenibile. Lavoriamo per portare l’efficientamento energetico dentro le scuole, per portare tecnologie e digitalizzazione. La scuola deve essere all’avanguardia. Questo lo facciamo perché pensiamo che sia molto importante per le aziende mettere a disposizione dei territori le proprie competenze tecnologiche, umane, formative, e la passione.

E di scuola sostenibile prosegue a parlare Francesca Traclò, che assieme a Ottavio Romano, Chimera Poppi e Paolo Vidali, fa parte del team di formazione di Con la Scuola. Questi i temi toccati:

  1. La scuola all’interno della comunità educante
  2. La scuola come learning organization
  3. La scuola come propulsore della mobilità sostenibile

La scuola all’interno della comunità educante

«Partirei con il riconoscere il valore centrale che la scuola ha nella società» le parole di Francesca Traclò. «Come prima cosa, è necessario lavorare sul valore intrinseco della scuola, e su quanto la scuola, all’interno di una comunità, sia il cuore pulsante, il punto generativo. La scuola è il luogo dove di più si possono generare idee, valori comuni, momenti di incontro. Oggi è possibile realizzare una scuola così. Ci sono esempi di realtà che ci sono riuscite. Ci sono scuole che hanno fatto attività formativa anche con gli adulti, hanno usato i ragazzi per fare formazione ai genitori, si sono proposte al territorio con un’offerta culturale: attività teatrali, laboratori di pittura, etc.».

Occorre creare una dimensione in cui la scuola venga vissuta 24 ore su 24, da tutta la comunità. La comunità deve sentire la scuola come uno spazio proprio, dove tutti partecipano alla crescita dei ragazzi. 

Bisogna uscire dal concetto individualistico per cui la responsabilità della crescita viene lasciata unicamente ai genitori. La crescita dei ragazzi è una responsabilità della comunità, e la comunità è fatta dalla scuola, delle attività pomeridiane, sportive, politiche, culturali, musicali, dalle aziende del territorio, e da tutto ciò che riguarda il percorso di crescita di un ragazzo».

Scuola sostenibile e territorio: un nuovo modello educativo

«Come pensare oggi un modello educativo che non abbia un’integrazione forte e bidirezionale con la realtà che la circonda? L’esperienza di apprendimento formale è solo una minima parte di un processo di apprendimento continuo. I ragazzi spesso fanno delle esperienze molto formative, ma difficili da codificare, e la scuola deve aiutarli in questo.

È necessario che la scuola parli con un altro linguaggio, con un’altra modalità, abbia un altro livello di apertura con il territorio. Lavorare sulla comunità educante è altrettanto importante che lavorare sulla scuola. Occorre chiedere al territorio di adottare le scuole, entrare in un dialogo sinergico».

Scuola sostenibile e territorio: l’interazione e lo scambio costante con il mondo delle imprese

Altro elemento fondante del progetto Con la Scuola è il rapporto di scambio, contaminazione e correlazione tra scuole e mondo delle imprese. Con particolare attenzione alle aziende che incidono sullo stesso territorio degli istituti scolastici.

Ne parla in maniera approfondita Paola Boromei, Executive Vice President Human Resources & Organization di Snam, in questo articolo-intervista.

L’impresa è un sistema aperto e può portare alla Scuola la capacità di passare dal sapere al saper fare, e una diversa concezione della velocità di far accadere le cose.

Paola Boromei, Executive Vice President Human Resources & Organization di Snam

La scuola come learning organization

Nel percorso di formazione di Con la Scuola, il tema della learning organization è stato molto approfondito. L’UNESCO nel 2015 ha indicato alle scuole un nuovo orizzonte: diventare delle learning organization (qui un approfondimento in lingua inglese dell’OCED). Per sua natura la learning organization è una struttura organizzativa adeguata a un ambiente complesso. L’elemento distintivo è che l’organizzazione è in continuo apprendimento, è molto duttile, flessibile, capace di imparare continuamente e di modificarsi, sulla base delle istanze esterne, tenendo al centro l’obiettivo educativo, e usando al meglio tutte le risorse disponibili. 

Questo presuppone ad esempio un corpo docente flessibile. Del ruolo dei docenti nella scuola sostenibile, torniamo a parlare con Francesca Traclò, formatrice della Luiss Business School e responsabile scientifico di Con la Scuola.

«È necessario valorizzare il corpo docente nelle sue competenze relazionali: cooperazione, gestione gruppo classe, gestione dei feedback. Incentivare tutti quegli elementi che permettono agli insegnanti di acquisire quella flessibilità e dinamicità mentale e comportamentale. 

Non è importante tanto il fatto di trasferire le informazioni, ma fare in modo che quelle informazioni diventino comportamento agito dei docenti. Sono decisivi, da un lato, la formazione ai docenti, dall’altro lato, il lavoro con i Dirigenti scolastici, per permettere che la quota di autonomia che la scuola ha già, venga usata per rinnovarsi.

Il docente come educatore

Vedere dunque il docente come educatore. Un educatore che ha la responsabilità di quello che succede nell’intera scuola. I docenti sono le risorse umane della scuola, ed è loro compito portare al risultato tutti i ragazzi che entrano nella scuola. Questo aiuterebbe a ridurre il divario tra classi, a standardizzare i processi di apprendimento in termini di risultato: tutte le classi possono così raggiungere gli stessi obiettivi».

Ecco perché, lavorare sulla Learning Organization, significa, per la scuola sostenibile, lavorare direttamente sulla missione della scuola: 

  • riflettere sul ruolo dei professori
  • ripensare dall’interno i processi organizzativi
  • ragionare su una scuola che pianifica, disegna e realizza una esperienza educativa

La scuola deve passare da un orientamento all’insegnamento, a un orientamento all’apprendimento, dove il fulcro è l’esperienza dei ragazzi. Questa non è un’operazione facile, perché è sempre arduo ripensare i propri ruoli. Ma questo cambiamento non può non esserci: è l’unico modo perché la scuola abbia un senso».

La didattica sostenibile: una scuola laboratoriale

«La scuola italiana è diventata sempre più restrittiva da un punto di vista sensoriale. L’unico canale che viene attivato è quello uditivo della lettura. Tutto il resto non viene mai contemplato da un punto di vista esperienziale. Per i ragazzi è fondamentale la possibilità di fare esperienze pratiche: usare le mani, gli occhi, doversi mettere in gioco».

Ritornare a una scuola che sia anche concreta e manuale potrebbe essere uno degli obiettivi: una scuola laboratoriale.

«La scuola dovrebbe essere 80/20: 80% tempo dei ragazzi, 20% del tempo i docenti. La vera scuola del futuro è questa: i docenti più del 20% del tempo non lo dovrebbero occupare: quindi solo spiegazioni frontale, interrogazioni, verifiche. Tutto il resto deve essere laboratorio, esperienza, attività per i ragazzi. Spero che prima o poi questo avvenga». 

La scuola come propulsore della mobilità sostenibile

Ultimo tema affrontato in questa approfondita panoramica sulla scuola sostenibile e il suo modello educativo è legato alla mobilità. Anche in questo caso si è portati a sottovalutare la centralità che la scuola possa avere rispetto alla mobilità sostenibile, sebbene siano presenti e disponibili le Linee Guida per la mobilità del Mobilità Ministero

La scuola sostenibile come Hub di mobilità

«Il tema della mobilità sostenibile presuppone che la scuola comprenda di essere un hub di mobilità: ha i professori, i ragazzi, i genitori. Per poter integrarsi e ridurre il suo impatto sulla mobilità deve fare un percorso di consapevolezza». 

In un’organizzazione aziendale, questo tipo di consapevolezza ha anche una figura responsabile, ad occuparsi dell’analisi e della gestione: un mobility manager. Per la scuola sostenibile, potrebbe/dovrebbe esserci un’analoga figura, qualcuno che se ne occupi stabilmente. Questo vuoto di gestione, e di raccolta dati, è emerso inoltre nella sua gravità all’apice della seconda ondata pandemica da Coronavirus, nell’inverno 2020, quando la mancanza di dati in questo senso, indeboliva la capacità decisionale rispetto all’incidenza dell’eventuale riaperture delle scuole sui risultati complessivi del contagio. 

Mobilità sostenibile e studenti

Il tema della mobilità sostenibile potrebbe essere inoltre un’attività da fare insieme agli studenti, in quanto presuppone una fase di rilevazione e di comprensione, delle caratteristiche e dei fabbisogni della mobilità: 

  • persone che entrano e escono da scuola
  • in quali orari
  • quali trasporti pubblici arrivano nei pressi della scuola
  • quali strade 
  • con quali mezzi studenti e dipendenti si recano a scuola
  • ecc.

Questa fase di analisi permette di stabilire un piano di interventi: per esempio, decidere quali iniziative di mobilità creare per migliorare l’accesso alla scuola. Per esempio:

  • strade green
  • strade pedonali
  • organizzare l’accompagnamento da parte dei genitori a rotazione
  • ecc. 

Questo è solo un altro modo per capire come rendere una scuola sostenibile. Inoltre, la mobilità sostenibile può diventare un tema culturale con cui lavorare con i ragazzi, e far capire loro qual è l’impatto della mobilità e delle scelte di spostamento che ognuno di noi esercita. E, nello stesso tempo, può essere un modo di diventare comunità per la scuola: organizzare l’accompagnamento collettivo di un gruppo di ragazze e ragazzi, significa entrare in relazione con loro, con i genitori e creare momenti di contatto e condivisione.

Di scuola sostenibile, di sostenibilità in termini più generali, abbiamo continuato a parlare in questi video di approfondimento in cui sono intervenuti gli esperti di Snam, e attraverso dei webinar dedicati.

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