Si parla di riapertura delle scuole con ritorno alla didattica in presenza nella bozza delle Linee guida del Piano Scuola del Miur, circolata martedì 23 giugno, in attesa degli incontri della Ministra Lucia Azzolina con sindacati e Regioni.
Riapertura il 14 settembre 2020, dal 1° settembre i corsi di recupero. Queste sono le date che dovrebbero essere confermate dal documento ufficiale del Miur. La bozza anticipa novità anche su turni, flessibilità, classi miste e autonomia scolastica. Più nel dettaglio:
- Riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi
- Frequenza scolastica in turni differenziati
- Per le superiori: didattica in presenza e DAD integrate
- Aggregazione delle materie in aree disciplinari
- Estensione al sabato del tempo scolastico
- Autonomia delle scuole nella gestione degli spazi
Riapertura delle scuole, il dibattito fin qui
Molte le ipotesi in campo e le versioni circolate. Le prime, concrete indicazioni sono arrivate il 28 maggio 2020 con la pubblicazione da parte del Ministero dell’Istruzione del Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico redatto dal Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Coronavirus. Si tratta di un rapporto che propone «misure di sistema, organizzative, di prevenzione e protezione» per consentire il ritorno a scuola in sicurezza. La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina l’ha definito «la cornice in cui inserire il piano complessivo di riapertura».
Un ulteriore contributo alla pianificazione della riapertura è venuto dal tavolo di confronto organizzato dal Miur il 4 giugno 2020 e presieduto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha visto tra i partecipanti gli Enti locali, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Protezione Civile, il Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, i Sindacati, e i Forum nazionali delle associazioni studentesche, dei genitori, delle scuole paritarie, della Federazione italiana per il superamento dell’handicap.
Entro il 31 luglio, infine, è atteso il rapporto del Comitato di esperti nominato dal Miur, diretto dal professor Patrizio Bianchi.
Relazioni, incontri, colloqui: tutte tappe funzionali alla definizione delle procedure da attuare per la ripresa di settembre. Ripresa fortemente voluta dal Presidente del Consiglio, deciso a superare la fase di didattica a distanza e a riportare i ragazzi nelle scuole.
Riapertura scuole, la ricetta del Comitato tecnico: distanziamento, mascherine, ingressi differenziati e altro ancora
«Quello fatto per la scuola è stato un lavoro impegnativo, che ha l’obiettivo di conciliare il contenimento del rischio di contagio con il recupero della normale attività per studenti e lavoratori del mondo dell’istruzione», così si è espresso Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, rispetto al documento consegnato al Miur.
Le indicazioni in esso contenute sono pensate per essere criteri guida di ordine generale e dovranno perciò essere rapportate, e adeguate, alle singole strutture scolastiche e alle loro specifiche esigenze. I punti focali riguardano il distanziamento sociale, le norme igieniche e di prevenzione.
Scopriamo più nel dettaglio le misure proposte, riguardanti anche la scuola superiore di secondo grado:
- Il distanziamento interpersonale dovrà essere di almeno un metro, e di due per le attività motorie
- Non è previsto l’utilizzo di termoscanner all’ingresso delle scuole, ma chi avrà una sintomatologia respiratoria o una temperatura oltre i 37,5 dovrà restare a casa
- L’ingresso e l’uscita da scuola dovranno essere differenziati sia tramite uno scaglionamento orario sia impiegando tutte le vie di accesso disponibili
- Ogni scuola dovrà mappare e riorganizzare i propri spazi in relazione al numero di studenti e di dipendenti
- Sarà incentivato l’uso di spazi all’aperto, nonché il reperimento di nuovi ambienti grazie alla collaborazione con Enti locali e associazioni territoriali
- Si potranno attuare rimodulazioni e riduzioni orarie delle attività scolastiche
- Si potrà ricorrere a turnazioni e alla DAD per ridurre la concentrazione degli allievi
- La presenza dei genitori sarà ridotta al minimo
- Il pasto a scuola sarà consentito: l’accesso alla mensa avverrà per turni e dovrà garantire il distanziamento; potranno essere distribuite lunch box per il consumo in classe
- Prima della riapertura delle scuole i dirigenti scolastici dovranno assicurare una pulizia approfondita degli ambienti, e in seguito le pulizie dovranno essere quotidiane
- Verranno posizionati erogatori di igienizzante in più punti degli edifici scolastici
- L’uso delle mascherine sarà obbligatorio dai sei anni in su, tranne che per attività fisica, pasti e interrogazioni
- Gli alunni affetti da forme di disabilità incompatibili con l’uso della mascherina ne saranno esonerati; il personale deputato ad assisterli potrà essere dotato di ulteriori dispositivi di protezione
- Prima della ripresa potranno essere organizzate esercitazioni affinché il personale prenda dimestichezza con le nuove direttive
Sono numerosi, dunque, gli aspetti di cui dovrà tener conto il governo nella programmazione della riapertura di settembre. Degli sforzi messi in campo ha parlato la Ministra Azzolina nel videomessaggio che ha rivolto, dalla sua pagina Facebook, agli studenti per la fine dell’anno scolastico:
Rientro a scuola, tanti i temi di confronto tra barriere in plexiglas, didattica a distanza e adeguamento degli edifici
Come si è detto, il documento del Comitato tecnico-scientifico non fornisce disposizioni definitive, ma una base per formulare il piano normativo di ripartenza. Restano molte le questioni da sciogliere, mentre qualche aspetto è già stato chiarito. È stata scartata, per esempio, l’ipotesi dell’utilizzo di barriere in plexiglas tra i banchi. Recentemente interrogata al riguardo, la Ministra Azzolina ha respinto con decisione questa possibilità.
Bisognerà attendere invece i prossimi sviluppi per sapere se entreranno in vigore misure come la ridefinizione del monte ore con lezioni di 40-45 minuti, la divisione delle classi in gruppi più piccoli o l’organizzazione di classi miste, che vedrebbero metà dei ragazzi in aula e metà collegati da casa. Quest’ultima prospettiva implicherebbe la prosecuzione della DAD sperimentata nei mesi del lockdown (abbiamo parlato dell’esperienza di docenti e dirigenti con la didattica online in questo articolo), la sua integrazione nel sistema scolastico tradizionale. Sul futuro della didattica a distanza in effetti ci si è interrogati a lungo, e da più parti si è sollevata la proposta di trasformare quello che è stato uno strumento di emergenza in una modalità di insegnamento ordinaria, e un’occasione di rinnovamento per la scuola.
Si pone inoltre la questione dell’adattamento strutturale degli edifici scolastici che, secondo quanto riferito dal premier Conte, vedrà in prima linea i sindaci nel ruolo di commissari straordinari incaricati di realizzare le opportune opere di edilizia.
Per ripartire servono migliaia di nuove assunzioni, e in 9 regioni si rischia di slittare a ottobre a causa delle elezioni
Un’altra fondamentale problematica legata alla riapertura delle scuole è certamente la necessità di far fronte alla carenza di insegnanti e personale ATA, un’esigenza che si fa ancor più stringente quando si parla di dividere le classi. La Ministra Azzolina ha annunciato a questo proposito 78.000 assunzioni di docenti, la digitalizzazione delle graduatorie provinciali e l’introduzione della call veloce, un meccanismo che permetterà di cercare personale fuori dalle regioni in cui non si riescono a coprire le cattedre.
E ancora, per nove regioni sorge il rischio di apertura a ottobre a causa delle elezioni previste il 20 e 21 settembre 2020. Molte scuole, sede di seggio elettorale, dovrebbero chiudere pochi giorni dopo aver aperto e sarebbero costrette ad aspettare, tra operazioni legate al voto e conseguenti sanificazioni, l’inizio del mese successivo per riprendere le proprie attività.
Da più parti arrivano obiezioni alle misure illustrate dal Ministero
Non sono mancate obiezioni e contrasti alle misure annunciate dal Ministero. L’8 giugno 2020 i sindacati hanno indetto uno sciopero ritenendo insufficienti gli interventi prospettati dalle istituzioni e rivendicando la necessità di «investimenti straordinari» per la ripartenza. Alla pubblicazione del documento del CTS è seguita anche la risposta di ANP Associazione Nazionale Presidi, che ha denunciato «l’impossibilità, per i dirigenti scolastici, di gestire in sicurezza la riapertura delle scuole senza che siano prima attuati degli adeguati (e permanenti) interventi di sistema». Il presidente Antonello Giannelli, in una lettera al presidente Conte, si è schierato contro «il dimezzamento delle classi e i doppi turni» e ha sollecitato di «assumere tempestivamente tutte le unità di personale indispensabili», oltre che a ripensare «le prassi didattiche e docimologiche al fine di motivare gli studenti, accrescerne l’autonomia e favorirne il successo formativo».
Qual è il prossimo passo verso la riapertura delle scuole?
Entro il 31 luglio si attende il documento del Comitato di esperti, le cui linee guida sono state anticipate dal coordinatore Patrizio Bianchi in un’audizione informale alla Camera il 9 giugno 2020. Le parole chiave sono state: inclusione e riequilibrio delle diversità sul territorio nazionale, superamento dei confini delle aule e apertura agli spazi esterni, sostegno alla disabilità, innovazione didattica e semplificazione normativa: «A settembre non ci arriviamo, non si potrà riaprire se non si fanno semplificazioni, se non si possono fare spese, anche piccole, senza fare gare. La pandemia sia come il terremoto: sia una spinta per semplificare le norme».
Per un approfondimento sulla riapertura delle scuole nel mondo si può leggere questo nostro articolo pubblicato sul sito www.conlascuola.com