La DAD a settembre è una prospettiva che fa già discutere, dopo un anno scolastico straordinario che ha visto circa 8 milioni di studenti italiani impegnati nella modalità a distanza per tutto l’ultimo trimestre, con l’unica eccezione degli esami della maturità 2020.
Mentre le opinioni si dividono e gli interrogativi rimangono aperti per l’imprevedibilità della situazione epidemiologica, iniziano a delinearsi i due scenari più probabili sullo svolgimento del nuovo anno:
- Una didattica interamente in presenza
- Una didattica mista, con lezioni in presenza e online
Scenari che possono variare in relazione ai gradi scolastici e all’evoluzione dell’emergenza, ma intanto dal Ministero dell’Istruzione arrivano segnali incoraggianti con nuovi investimenti per sostenere l’innovazione scolastica nelle scuole italiane. A seguito della diffusione delle bozze di linee guida per la riapertura, adesso c’è grande attesa per le decisioni finali del governo.
Aspetti positivi e possibili scenari per la DAD a settembre
La DAD ha preso avvio in Italia subito dopo la chiusura delle scuole, a fronte del contagio da Covid-19. Disposta il 24 e 25 febbraio 2020 in alcune regioni del Nord, dal 5 marzo, quella a distanza è diventata l’unica modalità didattica operativa per far proseguire le lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado, a seguito del decreto ministeriale che l’ha estesa in tutto il paese.
Per la ripresa del nuovo anno scolastico, programmata il 14 settembre, tra misure di prevenzione e distanziamento fisico, è molto probabile che la DAD continui ad affiancare le lezioni in presenza e a far parte dell’offerta formativa.
Anche il documento del Comitato tecnico-scientifico avanza questa possibilità, e in prospettiva della ripresa delle attività didattiche in presenza, indica la DAD come «un momento integrativo e non sostitutivo, diversamente applicato e commisurato alle fasce di età degli studenti».
Ciascuna istituzione può quindi definire autonomamente le modalità di alternanza o turnazione della didattica a distanza tenendo in considerazione l’età degli alunni e il contesto educativo di riferimento: l’obiettivo è quello di ridurre la concentrazione negli ambienti scolastici. In particolare, è molto probabile che la DAD continui alle scuole superiori, almeno nella prima parte dell’anno, dove l’età degli studenti permette una maggiore autonomia e una migliore capacità di autogestione da parte loro.
Nuove risorse e opportunità della DAD: ne parlano Confindustria e ANP
La DAD ha rappresentato non solo l’unica modalità didattica per portare a termine l’ultimo trimestre nel periodo dell’emergenza, ma anche una novità significativa dal punto di vista della formazione, che ha offerto a studenti e docenti un importante supporto. Alcuni dei punti di forza della DAD riguardano, per esempio:
- L’ampliamento delle competenze digitali
- La maggiore collaborazione tra docenti e studenti
- Il maggior interesse per i ragazzi e la conoscenza dei loro problemi, al di là delle prestazioni
Sono tutti dati positivi che fanno luce su risorse e opportunità che possono essere messe al servizio di un nuovo modo di fare scuola. Di questo avviso è Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il capitale umano di Confindustria, convinto sostenitore della DAD: «Senza togliere nulla agli insegnamenti in presenza che restano fondamentali, insegnare e apprendere con questa nuova modalità apre nuove frontiere all’intelligenza e accresce le potenzialità dei nostri giovani nell’uso delle tecnologie digitali».
Una nuova sfida da cogliere, dunque, per stare al passo con un mondo in rapida e continua evoluzione e essere parte del cambiamento. Rimarranno quindi utili e importanti tutte le piattaforme digitali con cui docenti e ragazzi si sono confrontati nei mesi di scuola a casa, di cui abbiamo già parlato in questo articolo.
Anche le riflessioni dell’ANP Associazione Nazionale Presidi vertono sull’importanza delle nuove tecnologie nella formazione degli studenti, e sul valore della DAD come strumento innovativo nella ripresa della scuola: «L’esperienza della DAD ha posto ogni scuola davanti alla consapevolezza che gli strumenti digitali sono ormai diventati indispensabili supporti formativi e di organizzazione», come è dichiarato in maniera ufficiale nel sito dell’Associazione; e ancora: «È evidente, quindi, che a settembre il mondo della scuola non può più replicare quello precedente all’emergenza e che l’autonomia scolastica, in verità mai pienamente attuata, deve rappresentare la prima risorsa concettuale per la ripartenza e l’innovazione».
Antonello Giannelli, presidente di ANP, si spinge oltre, considerando l’eventualità della didattica mista inattuabile, ritenendo le due modalità di didattica – a distanza e in presenza – sostanzialmente incompatibili: «Se la situazione epidemiologica non cambia drasticamente, credo sia necessario andare avanti con la didattica a distanza anche per l’avvio del prossimo anno scolastico».
Cosa resta della DAD per docenti e dirigenti del progetto formativo Con la Scuola
Alcuni aspetti della DAD si sono dimostrati utili strumenti di organizzazione del lavoro a scuola che potrebbero continuare a essere impiegati anche con l’avvio delle lezioni in presenza. I docenti e i dirigenti che hanno partecipato al progetto formativo Con la Scuola sono d’accordo nell’individuare in alcuni di questi aspetti dei vantaggi importanti.
Per esempio, Anna Bressan, Dirigente scolastico dell’ISIS “Cipriano Facchinetti” di Castellanza in provincia di Varese, sostiene l’utilità degli strumenti digitali per i corsi di recupero. Le sue parole: «Da questi due mesi ho ricavato alcune indicazione utili, e sicuramente alcune cose che abbiamo fatto con la DAD verranno riproposte nei prossimi mesi anche durante le lezioni in presenza, per esempio, abbiamo pensato che i recuperi pomeridiani potranno essere fatti da casa l’anno prossimo grazie alla DAD sperimentata fino ad adesso. I docenti hanno raccolto parecchio materiale che verrà utilizzato sicuramente l’anno prossimo».
Per Cosetta Lorello, docente dell’IIS “Guglielmo Marconi” di Latina, uno dei vantaggi più importanti della DAD è stato il miglioramento nella gestione dei Consigli di classe: «Sono migliorati molto i Consigli di classe, perché prima uscivamo sempre insoddisfatti, c’era molta confusione, poco tempo a disposizione. Con questa nuova modalità, i Consigli di classe sono molto più ordinati e efficaci. Potrebbe o dovrebbe essere uno strumento che continuiamo a usare, tra noi colleghi. All’inizio diversi docenti si rifiutavano di utilizzare le piattaforme digitali, adesso sono abbastanza entusiasti».
Uno dei più evidenti risultati della DAD è stato, inoltre, l’alfabetizzazione digitale dei docenti. Egidio Pagano, Dirigente scolastico dell’IIS “Guglielmo Marconi” di Catania, ha infatti sostenuto che: «I docenti che usavano poco il pc, nell’arco di poco tempo hanno imparato gli elementi essenziali per fare didattica a distanza. È andata bene e si sono visti i risultati. Dopo poche settimane docenti e ragazzi si sono responsabilizzati molto. Ho seguito tanti webinar per conoscere le esperienze degli altri sulla valutazione e la creazione di percorsi formativi online, che era per tutti noi un territorio nuovo e inesplorato. Ho provato a capire cosa i docenti potessero fare per trarre utilità da questo periodo e devo dire che i webinar di Con la scuola mi hanno aiutato in questo».
Infine, secondo Pietro Formato, docente dell’ITIS “Galileo Ferraris” di Scampia, a Napoli, la DAD è stata una vera e propria scialuppa di salvataggio, e aggiunge: «La didattica a distanza non ha parametri per essere criticata. Non ancora».
Criticità della DAD a settembre, tra limiti organizzativi e rischio di esclusione dei più deboli
L’avvio della didattica online è stata una vera e propria rivoluzione digitale a cui il mondo della scuola non era pronto e dove non tutto ha funzionato. L’impreparazione ha investito diversi aspetti dell’organizzazione della scuola, e riportato alla luce criticità endemiche del sistema scolastico italiano difficili da superare.
Tra digital divide e isolamento, gli aspetti negativi della DAD
I limiti della didattica digitale che sono emersi dall’esperienza degli ultimi mesi hanno riguardato soprattutto le carenze infrastrutturali e organizzative:
- L’inadeguatezza della dotazione tecnologica
- Il digital divide
- L’indebolimento del patto formativo
- L’isolamento dei ragazzi
Ma il dato che preoccupa di più è dovuto alla grande difficoltà della DAD nel raggiungere gli studenti più deboli, che durante la pandemia hanno visto acuirsi fragilità e assenteismo.
Per tutti questi motivi, al parere dei docenti, che si sono espressi in maniera differente sulla questione, si aggiunge quello del Moige Movimento Italiano Genitori che rimane fermamente contrario alla prosecuzione della DAD a settembre: «Siamo preoccupati per l’ipotesi di alternanza di lezioni a casa e a scuola» sostiene infatti Antonio Affinita, direttore generale del Moige. «Non la riteniamo sostenibile, sia sul piano didattico, sia sul piano familiare». Affinita interpreta così il pensiero delle associazioni di genitori che nel mese di maggio sono scese in piazza per protestare contro la DAD a settembre. Per loro, la didattica a distanza rimane esclusivamente una didattica dell’emergenza, il cui impiego deve rimanere circoscritto al solo periodo della pandemia.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei primi giorni del mese di giugno 2020, si è espresso sul futuro della scuola, sostenendo che: «La didattica a distanza può essere un’opportunità in più per potenziare l’offerta didattica, ma di certo dobbiamo ritornare in presenza».